Notiziario di Giovedì 3 Marzo 2005
Non s’è ancora insediato, ma su Giancarlo Manenti, nuovo direttore generale dell’azienda Ospedaliera S. Giovanni di Dio di Agrigento, al posto di Gaetano D’Antoni, è già bufera. Sindacati, centrosinistra, ma anche esponenti della maggioranza contestano la sua nomina scaturita nell’ambito della maxi rotazione dei manager della Sanità decisa ieri dalla giunta regionale. Manenti proviene dall’ospedale Villa Sofia di Palermo e in passato è stato anche direttore generale dell’Ausl 6, sempre di Palermo. Manenti, sostiene il responsabile del settore Sanità della CGIL siciliana, Renato Costa, è quel manager al quale Michele Aiello, titolare di una clinica a Bagheria, accusato di rapporti con il boss latitante Bernardo Provenzano, ha detto di avere dato una busta con denaro in contanti, lasciata in portineria. Riserve della CGIL anche su Liborio Immordino, confermato al Cervello di Palermo, intercettato al telefono mentre truccava una gara d’appalto e coinvolto in un episodio di mobbing e sull'ex direttore dell'Aul 6 di Palermo, Guido Catalano, la più grande azienda sanitaria d'Italia che ha maturato debiti per 800 milioni e aumentato per 40 milioni i rimborsi alla clinica di Ajello. Nomine bocciate senza appello anche dal centrosinistra. Leoluca Orlando ha dichiarato di essere rimasto esterrefatto dalla lettura dei nomi dei nuovi manager, alcuni dei quali inquisiti, mentre Antonello Cracolici si dice allibito per il metodo usato. L'assessore regionale alla Sanità, Giovanni Pistorio, parla invece di scelte equilibrate che gioveranno alla Sicilia. Un plauso arriva anche dal presidente dei senatori di FI, Renato Schifani, che apprezza la nomina di Salvatore Iacolino alla direzione della Asl 6 di Palermo: si inquadra, ha detto, in quella scelta di valorizzazione dei giovani talenti da condividere appieno. E la nomina dei nuovi manager è terreno di scontro all’interno dell’UDC siciliano: per i dissidenti si è di fronte ad una sorta di accaparramento da basso impero. E il deputato Gianpiero D'Alia chiede addirittura l'intervento della commissione nazionale antimafia.