Notiziario di Mercoledì 4 Agosto 1999
Si è insediato oggi alla procura palermitana Pietro Grasso, nato a Licata (Agrigento) nel 1945, che ritorna dopo 15 anni nella capitale siciliana Succede a Gian Carlo Caselli, al cui metodo di lavoro egli si e' spesso richiamato nell' intervento che, poco dopo mezzogiorno, ha concluso la cerimonia nell' affollatissima aula della prima sezione civile del Tribunale. Oltre a Caselli, chiamato a dirigere a Roma il Dap, dipartimento amministrazione penitenziaria, erano presenti fra gli altri i quattro componenti palermitani del Csm (i togati Gioacchino Natoli e Santi Consolo e i laici Salvino Mazzamuto e Mario Serio), il procuratore nazionale antimafia Piero LuigiVigna, La cerimonia e' stata presieduta dal Presidente del Tribunale Carlo Rotolo. Pure presenti i procuratori di Caltanissetta Giovanni Tinebra, Agrigento Ignazio De Francisci e Trapani Gianfranco Garofalo.''Era un ufficio con 14 magistrati e oggi ne trovo 70'', così ha detto stamane nel corso del saluto dato ai colleghi. L'accresciuta forza numerica del personale in forza alla procura- ha sostenuto evidenzia da solo l'espansione di una struttura che ha avuto un ruolo fondamentale nella lotta alla mafia. Grasso, in magistratura dal 1969, vi giunse giovane sostituto nel 1972. Dalla meta' degli anni '70 si occupo' di indagini sulla pubblica amministrazione e sulla criminalita' organizzata. Fu anche titolare dell' inchiesta sull' uccisione (6 gennaio 1980) del presidente della Regione, Piersanti Mattarella. Nel 1984 il suo passaggio alla giudicante, quindi l' incarico di giudice a latere nel primo maxiprocesso a Cosa nostra (475 imputati), cominciato il 10 febbraio 1986 e concluso il 10 dicembre 1987 dopo una camera di consiglio di oltre un mese. A fianco del presidente Alfonso Giordano, Grasso fu l' estensore della sentenza (oltre ottomila pagine) con la quale furono decisi 19 ergastoli e oltre 2.500 anni di reclusione. Dopo il maxiprocesso Grasso fu nominato prima consulente della commissione antimafia e poi sostituto di Vigna alla Direzione nazionale antimafia. In questo ruolo e' stato applicato nelle Procure di Palermo e Firenze dove ha seguito le inchieste sulle stragi del 1992 e del 1993. E' stato anche componente della commissione centrale per i pentiti