Notiziario di Sabato 7 Giugno 2008

E quella avvenuta due giorni fa al largo del Canale di Sicilia, a poche miglia da Lampedusa, non è che l’ennesimo naufragio nel Mediterraneo, sempre più cimitero marino.
Lungo e triste è l’elenco delle vittime del mare, spesso dimenticate i cui corpi ricoprono i fondali del canale di Sicilia. La lunga storia annovera numerosi fallimenti dei viaggi della speranza di centinaia e centinaia di uomini e donne alla ricerca di una vita migliore che non hanno mai potuto realizzare. Resti di corpi ritrovati tra le reti dei pescatori, cadaveri galleggianti. Questa macabra realtà è rimasta nascosta all'opinione pubblica per decenni. La prima tragedia del mare nel Canale di Sicilia, risale alla notte di Natale del 1996. 283 migranti tra tamil pakistani ed indiani, le vittime. Sulla vicenda fu steso un velo di silenzio, e, nonostante vennero alla luce le inconfutabili prove del naufragio, grazie all'inchiesta di un giornalista, i responsabili della strage restano impuniti ed i 283 corpi giacciono ancora sui fondali marini, pochè i governi dei paesi coinvolti si sono rifiutati di recuperarli ed identificarli. Nel 2002 la tragedia del mare avviene a due passi da noi. E’ la notte tra il 14 ed il 15 settembre quando una carretta del mare si schianta contro uno scoglio, davanti a Capo Russello, a Realmonte: il bilancio è di 27 morti e 92 superstiti. Tra essi donne e bambini, tutti provenienti dalla Liberia. Lampedusa, ed in particolare le coste della nostra isola continuano ad essere teatro di altri naufragi. Era il 18 novembre del 2005, quando sulla spiaggia di Pozzallo , nel ragusano, furono trovati sulla spiaggia 9 cadaveri ,i sopravvisuuti furono 177 ed un ventina i dispersi nonostante il grande impegno mostrato dalla guardia costiera. Cambia scenario ma una tragedia segue l' altra,nel cuore del canale di Sicilia, 13 clandestini provenienti dalla Libia, hanno trovato la morte, era il 28 luglio 2006. Ed ancora il 18 giugno dell' anno successivo , dalla Libia verso l' Italia altri 14 cadaveri e molti dispersi. Drammi che non si dimenticano, vista anche la frequenza crescente nel corso degli anni, tale da creare il fenomeno, denominato migratorio che è ormai all' ordine del giorno. Se sia connesso alla criminalità organizzata o all' incompleta e impreparata politica migratoria una cosa è certa. I motivi che inducono a migrare sono sempre le stesse. La ricerca di una vita migliore o sfuggire da persecuzioni, guerriglie civili, ingiustizie o violenze o altro,rischiando tutto alla ricerca di un sogno da realizzare.

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