Notiziario di Lunedì 11 Giugno 2007

Per molti, dunque, una tragedia annunciata. Quella struttura del teatro Panatenee per molti era un pericolo. Vediamo di ricostruire la storia di questa struttura mobile, causa della tragedia di Raffadali.
Un teatro maledetto. Tutto ebbe inizio alla fine degli anni Ottanta, quando in piena Valle dei Templi venne realizzato un imponente anfiteatro di 3 mila posti. Una struttura mobile che la Soprintendenza consentì di costruire per ospitare le Panatenee, le più importanti festività di Atene, nonché tra le più grandi di tutta l'antica Grecia. Per settimane Agrigento ospitava rappresentazione classiche teatrali e musicali. Dalla fine degli anni ottanta al 1993 il teatro mobile divenne punto di riferimento delle iniziative culturali e musicali. Il teatro ospitò anche un'edizione de Il Canzoniere. Poi, come detto, nel 1993, l’anfiteatro fu smantellato e la struttura mobile venduta alla Provincia regionale di Agrigento per circa tre miliardi. Un'operazione politico - finanziaria di cui allora, come oggi, non se ne comprese l'utilità. Tante le polemiche seguite a quella decisione, con diverse interrogazioni presentate. Per molti, in sostanza, fu uno spreco di denaro pubblico. Dopo avere trovato sistemazione in uno sperduto magazzino della zona industriale di Agrigento, le gradinate in legno di quello che fu il teatro della Panatenee furono portate a Raffadali, all'interno del Villaggio della Goventù. L'intenzione degli amministratori era quella di dotare il Villaggio, fondato e voluto dal senatore Salvatore Di Benedetto come luogo di aggregazione giovanile, di un teatro a posto fisso. Nei progetti anche la copertura per organizzare spettacoli d'inverno. Il Villaggio della Gioventù ebbe il periodo di maggiore fulgore grazie all'intraprendenza del prof. Nino Aurelio Cuffaro, figura di docente, di educatore, ma anche di instancabile operatore culturale. Alla sua memnoria è intitolato il Villaggio della Gioventù. Qui si tennero le settimane dello scolaro, iniziative di festa per salutare la fine dell'anno scolastico. Come sabato sera. E' qui che si è consumata la tragedia di Giuseppe Sciarratta, il piccolo undicenne rimasto vittima della sua voglia di giocare e di provare nuove emozioni, ma anche dell'incuria e della insensibilità di quanti quel teatro mobile hanno lasciato che per tanti anni rimanesse in quello stato.

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