Notiziario di Venerdì 12 Settembre 2003
Lui era Luca Crescente, 39 anni, magistrato antimafia, impegnato in prima linea nelle inchieste su Cosa Nostra di Agrigento. E' morto il 26 agosto scorso, a San Virgilio di Marebbe, in provincia di Bolzano, stroncato da un infarto, mentre si trovava in vacanza con la famiglia. Lui, invece, si chiamava Pasquale Di Lorenzo ed era brigadiere della polizia penitenziaria. Un tipo inflessibile. E’ morto ucciso dalla mafia nell’ottobre del 92. Due uomini delle istituzioni dal destino diverso, ma che hanno scritto, col loro impegno e la loro professionalità, pagine importanti sul fronte della legalità. E Agrigento non vuole dimenticare. Oggi il consorzio universitario ha deciso di intitolare a Luca Crescente l’aula magna. La decisione è stata adottata all’unanimità dal consiglio di amministrazione, riunito sotto la presidenza di Roberto Lagalla. Il consorzio universitario ha accolto la richiesta avanzata nei giorni scorsi dalla sottosezione dell'associazione nazionale magistrati ed anche dall’esponente diessino Mimmo Pistone. Uomo valoroso e fortemente impegnato sul piano giudiziario e culturale, si legge nella motivazione, Luca Crescente si è prodigato per l'affermazione dei valori della legalità e della trasparenza in provincia di Agrigento. Anche il presidente della provincia Fontana si è detto favorevole alla proposta di intitolare a Crescente l’aula magna. Il comune di Agrigento, invece, ha voluto intitolare a Pasquale Di Lorenzo, riconosciuto “Vittima del dovere” con decreto del ministero dell’Interno, il piazzale antistante il carcere di contrada Petrusa. Lunedì prossimo il sindaco Aldo Piazza incontrerà la direttrice del carcere Laura Brancato, per definire gli interventi di ammodernamento, abbellimento e arricchimento di aree verdi, che sarà possibile realizzare nella Piazza, in vista dell’intitolazione ufficiale. Un’iniziativa che intende rappresentare un segno tangibile dei sentimenti di solidarietà nei confronti dell’istituzione carceraria, degli agenti di polizia penitenziaria, che svolgono ogni giorno un compito delicato e di responsabilità, ma anche verso le famiglie dei detenuti.