Notiziario di Sabato 23 Ottobre 1999
Circa 300 ore di camera di consiglio per essere assolto a Palermo, un terzo per uscire con lo stesso verdetto da Perugia. Nel capoluogo umbro infatti la corte d'assise presieduta da Giancarlo Orzella aveva assolto Giulio Andreotti nell'omicidio di Mino Pecorelli dopo 102 ore di camera di consiglio. Nel dispositivo era stato citato l'articolo 530 del codice di procedura penale, senza far riferimento a commi: L'assoluzione era avvenuta cioè con formula piena. Anche a Perugia l'avvocato Giulia Bongiorno aveva accolto la sentenza con un gesto di esultanza. Nel processo perugino erano coinvolti Claudio Vitalone, Gaetano Badalamenti e Giuseppe Calò, accusati di essere stati mandanti del delitto insieme ad Andreotti, Michelangelo La Barbera e Massimo Carminati, i presunti killer. Tutti, il 24 settembre scorso, sono stati assolti dopo 162 udienze. Per i sei imputati i PM avevano chiesto l'ergastolo. Andreotti venne indagato dalle dichiarazione di Tommaso Buscetta. Don Masino aveva sostenuto di avere saputo da Badalamenti che il giornalista era stato eliminato da Cosa Nostra su richiesta dei Salvo nell'interesse del senatore. L'omicidio sarebbe poi stato eseguito dalla mafia e dalla banda della Magliana perché Pecorelli sarebbe stato a conoscenza del memoriale segreto di Aldo Moro, carte letali per il gruppo di Andreotti.