Notiziario di Lunedì 20 Settembre 1999

''Le leggi scritte dal Parlamento parlano chiaro ed i giudici applicano la legge''. Il procuratore di Palermo Piero Grasso respinge le accuse piovute sulla testa dei magistrati per le scarcerazioni facili ed invita ad evitare, sul tema della sicurezza, rimpalli di responsabilità.In un'intervista a Repubblica Grasso si dice d'accordo con l'ipotesi di escludere dai benefici della legge Simeone chi commette reati gravi, ''ma finchè le regole non cambieranno - dice il procuratore - il giudice sarà costretto ad applicare quella legge, pena sanzioni disciplinari e perfino penali''.Grasso invita anche a fare attenzione agli eccessi: ''Ogni legge - dice il procuratore di Palermo - va sperimentata. Se non si adeguano le strutture, penso al numero dei magistrati di sorveglianza, c'è il rischio di andare in carcere e di scontare la pena prima di riuscire a valutare se quel tizio poteva godere di una misura alternativa". ''La prevenzione - aggiunge Grasso - si fa per strada, dove ci vuole maggiore presenza di forze dell'ordine. La giustizia avviene a reato commesso, ma bisognerebbe agire a monte e cercare di evitare il reato''. Comunque - conclude il procuratore di Palermo - ''il rimpallo di responsabilità tra Viminale e Giustizia non aiuta nessuno'' e ''non serve dividersi tra destra e sinistra'': ''La sicurezza rappresenta un bene che deve stare a cuore a tutti''.

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