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Notiziario di Sabato 6 Settembre 2008

E’ la nuova frontiera dell’immigrazione clandestina: minorenni alla guida di barconi. Ragazzi che per sfuggire alle impronte digitali hanno i polpastrelli mutilati. E' quanto emerge dalle indagini della polizia di Stato di Agrigento che nei giorni scorsi ha arrestato due ragazzi egiziani accusati di essere scafisti dello sbarco avvenuto a Lampedusa il 28 agosto scorso. Nei loro confronti il provvedimento cautelare è stato emesso dal giudice del tribunale dei minorenni di Palermo. Il questore, Girolamo Di Fazio, ha avviato accertamenti su questo nuovo fenomeno che vede i ragazzi guidare le barche sulle quali gli extracomunitari vogliono raggiungere le coste italiane. Le informative della Polizia sono adesso sul tavolo del pool di magistrati della procura di Agrigento, costituito da circa un anno, per esaminare i reati collegati all'immigrazione clandestina. Gli investigatori della squadra mobile di Agrigento, in collaborazione con il personale della task-force che opera nel centro di primo soccorso e accoglienza a Lampedusa alle dipendenze della Direzione centrale dell'immigrazione, hanno rilevato che in passato qualche extracomunitario arrivava con i polpastrelli bruciati per tentare di sfuggire ai controlli, ma negli ultimi mesi è sempre più cresciuto il numero di quelli che presenta le dita mutilate. Sono 111 i presunti scafisti arrestati dall'inizio dell'anno per gli sbarchi a Lampedusa. Di questi, 60 sono stati fermati perché ritenuti responsabili del reato di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina; gli altri 51 sono stati bloccati dalla polizia di Stato perché sono rientrati in Italia nonostante fossero destinatari di provvedimenti di espulsione. Fra i 60 arrestati anche, come detto, minorenni accusati di essere scafisti di molti barconi carichi di disperati. E dal primo gennaio al 2 settembre scorso sono circa 17 mila gli extracomunitari sbarcati nell’isola. Non figurano pertanto gli 84 sbarcati oggi, tra cui 19 donne, avvistati dall'equipaggio della nave Fenice della marina militare che ha soccorso il gommone a circa 60 miglia a sud di Lampedusa.
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E' stata alleggerita dal Tribunale del Riesame di Palermo l'accusa nei confronti di Giuseppe Orlando, 44 anni, l'imprenditore riberese finito in manette il 4 luglio scorso nel blitz "Scacco matto" per associazione mafiosa. I giudici, su richiesta degli avvocati Enrico Quattrocchi e Giovanni D'Azzo, hanno derubricato l'ipotesi di reato riqualificandolo in concorso esterno in associazione mafiosa. Orlando, genero di Paolo Capizzi, 68 anni, presunto capomafia di Ribera, è stato arrestato per aver partecipato alla gestione dell'associazione intrattenendo rapporti con i componenti della famiglia mafiosa di Cattolica Eraclea. Per il Riesame il tenore delle conversazioni intercettate è piuttosto equivoco e incompatibile con la ricostruzione dei fatti proposta dai difensori, secondo la quale Orlando è impegnato in diverse attività imprenditoriali, nessuna delle quali, però, presenta infiltrazione mafiosa. Per i giudici, però, vi sono a carico dell’uomo gravi indizi del concorso esterno all'associazione mafiosa.
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Pericoloso delegittimare Ivan Lo Bello. Lo dichiara il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, alla luce delle polemiche che hanno investito Confindustria Sicilia e il suo presidente. Confindustria siciliana, prosegue Miccichè, è impegnata in una fase storica per il riscatto ed il progresso della Sicilia. Delegittimare il suo Presidente non è solo ingrato ma, soprattutto, pericoloso, perchè significa rischiare di rallentare se non vanificare il processo di affrancamento dei settori produttivi siciliani dall’oppressione criminale. Miccichè conclude auspicando un rapido ricompattamento intorno ad Ivan Lo Bello.
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Caldo e scirocco stanno mettendo in ginocchio la Sicilia da alcuni giorni. Le temperature anche in provincia di Agrigento hanno raggiunto e superato i 40 gradi. E il caldo alimenta e favorisce i roghi. Nell'agrigentino le fiamme hanno mandato in fumo diversi ettari di vegetazione all'interno della Riserva della Valle del Sosio, a Burgio. Al lavoro per domare le fiamme anche due elicotteri e anche un canadair della Protezione civile. Dunque, un settembre davvero di fuoco. Fortunati quanti hanno scelto questo periodo per le ferie.
 
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