Notiziario di Martedì 7 Marzo 2006
Sono in tutto 50 i candidati agrigentini in corsa per le politiche del 9 e 10 aprile prossimi. E della pattuglia dei 10 parlamentari uscenti, tre sono fuori gioco. Per due di loro, i senatore Sodano e Cirami, l'esclusione è davvero clamorosa. E non mancano le reazioni stittite degli esclusi. Da oggi, dunque, comincia la campagna elettorale. Vediamo.
Fuori Sodano, Cirami e Amato. Della pattuglia di parlamentari agrigentini eletti nel 2001, mancheranno loro tre. Ma se per l'azzurro Giuseppe Amato si tratta di una scelta volontaria, l'esclusione dei due senatori agrigentini dell'Udc, Rino Cirami e Calogero Sodano, appare a dir poco clamorosa. I due pagano il diktat Casini: fuori i giudici dalla politica e niente candidati inquisiti. Ma per l'esclusione di Cirami le ragioni vere, secondo molti, sono altre. Cirami è sempre stato considerato vicino a Berlusconi e con quella legge sul legittimo sospetto lo dimostrò. E nell'Udc di oggi il berlusconismo non paga. E se 5 anni fa trovò riparo nel collegio di Sciacca, stavolta Cirami ha trovato sbarrate tutte le porte. Abbastanza nutrita, comunque, la pattuglia di candidati agrigentini alla Camera e al Senato.
E si dice amareggiato per la sua esclusione anche il senatore uscente Rino Cirami che ha affidato ad un'agenzia di stampa una sua dichiarazione. Ritiene "indecente e infamante" il metodo che è stato adottato dall'Udc per non ricandidarlo. "Mi avevano proposto di essere inserito nella cosiddetta fascia B o C, cioé senza alcuna possibilità di essere eletto, pur essendo parlamentare da due legislature, ha detto. "Avevo parlato con Casini che mi aveva assicurato di aver dato disposizioni affinché il mio nome venisse inserito in testa di lista e invece...". Cirami, padre della legge sul legittimo sospetto, ha qualche legittimo sospetto su chi abbia potuto silurarlo, ma non ha alcuna intenzione di fare il nome. Evidentemente l'Udc ha preferito puntare sul giornalista Pionati, che non so quale rapporto possa avere con la Sicilia, o come l'ex ministro Calogero Mannino. Cirami esclude un suo ritorno in magistratura e conferma che non intende lasciare il partito.