Notiziario di Giovedì 23 Febbraio 2006

E da trent'anni rappresenta una delle poche opportunità di lavoro per decine di persone. Parliamo appunto della miniera di Realmonte, che dopo le vicende societarie legate all'Italkali, ad inizio degli anni Novanta, è tornata ad essere punto di riferimento dell'economia della provincia, con l'estrazione del salgemma, considerato l'oro bianco di Sicilia. Vediamo.
Insieme a Petralia e Racalmuto rappresenta l'unico impianto specializzato nell'estrazione lavorazione e commercializzazione di salgemma.
Il giacimento di Realmonte è in grado di produrre circa 500.000 tonnellate all'anno di sale, destinato fondamentalmente agli usi domestici, industriali e antigelo. Le attività di estrazione sono affidate all'Italkali il cui socio di maggioranza è la Regione Siciliana.
La miniera, dove stamani ha trovato la morte Vincenzo Noto, si affaccia sulla costa meridionale della Sicilia, a quattro chilometri da Agrigento e a un chilometro da Porto Empedocle.
Negli anni 90 il periodo più buio quando l'Azienda decide a sorpresa un taglio del 40% della mano d'opera interna. Trecento operai vennero posti in cassa integrazione. Per i primi due anni agli operai venne corrisposta l'indennità. Poi più nulla. Pochi giorni prima della scadenza della cassa integrazione gli operai decisero di occupare l'impianto minacciando di far saltare tutto in aria. Non mancarono momenti di tensione, alla fine la crisi fu superata grazie all'intervento della Regione che si assunse l'onere di pagare i salari arretrati.
Negli ultimi anni l'impianto, che rappresenta fonte di lavoro per centinaia di lavoratori, la maggior parte dei quali di Realmonte, ha conosciuto uno sviluppo senza precedenti: il giacimento possiede riserve minerarie di grande consistenza. Ad Oggi sono state accertate riserve per 70 milioni di tonnellate di salgemma ed e stata confermata la presenza di quantità rilevanti di minerali potassici.

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