Notiziario di Sabato 5 Novembre 2005
Nel 1985 il Governo, presieduto allora da Bettino Craxi, varò il primo condono edilizio della storia dell’Italia. Furono migliaia, soprattutto al Sud, i cittadini che versarono nelle casse dello Stato svariati miliardi di oblazione. A distanza di 20 anni quella pagina non è ancora chiusa. Nei comuni, nonostante l’assunzione di tecnici incaricati di istruire le pratiche, sono accatastati centinaia e centinaia di faldoni. La Regione un anno fa ha deciso di mettere mano alla questione, assegnando ai comuni il termine del 31 dicembre 2006 per chiudere tutte le pratiche. Ma ha introdotto una norma che prevede interessi sino al 120 per cento a carico dei cittadini che intendano avvalersi del condono edilizio. Una situazione che rischia di mettere in ginocchio migliaia di famiglie, considerato che molti sono cosiddetti abusivi per necessità. E oggi al Castello Chiaramonte, il sindaco di Favara Lorenzo Airò ha chiamato a raccolta i colleghi per sollecitare interventi della Regione ----------- Nonostante gli impegni assunti, non c’è stato ancora l’incontro tra il Ministro Pisanu e i rappresentanti dell’associazione antiracket, Ciro Lomastro di Agrigento. E’ quanto sostiene in una nota il consigliere provinciale di Nuova Sicilia, Rolando Montalbano, che ha inviato una lettera al prefetto Bruno Pezzuto ricordandogli dell’impegno preso con la presidente dell’associazione, Silvana Gatto e con l’imprenditrice Franca Cannici, che per due settimane hanno attuato lo sciopero della fame per protestare contro i vertici dell’ufficio delle vittime, dipendente dal ministero degli Interni. Montalbano ricorda che le due donne, pur avwendo sospeso lo sciopero della fame, continuano a presiedere ininterrottamente la sede Antiracket. Pertanto, conclude Montalbano, è necessario accellerare i tempi per ottenere l’incontro con il ministro. ----------- Si registrano novità anche nel nuovo Psi. Oggi a Palermo si è riunita la componente che fa capo a Gianni De Michelis per estromettere il segretario regionale Vincenzo Milioto, deputato agrigentino, che ha deciso di seguire la linea di Bobo Craxi ed avviare la fase del commissariamento. E come commissario il partito ha scelto un altro agrigentino, Santino Lo Presti. Il servizio. Da chi è rappresentato il nuovo PSI. Dopo lo scisma di Roma, i seguaci di De Michelis che sono rimasti nella casa delle libertà ed i craxiani transitati nell’Unione si contendono nome e simbolo. Le vicende che hanno portato alla rottura tra le due linee politiche le conosciamo: per De Michelis il congresso non era valido, per Craxi è stato tutto regolare. Strade divise, ma la disputa sul simbolo si risolverà sicuramente nelle aule giudiziarie. E mentre i craxiani si sono dati appuntamento questa mattina nella capitale per mettere il timbro all’unità ritrovata con lo SDI ed all’intesa con i radicali oltre che per eleggere gli organismi dirigenti, a Palermo i segretari provinciali siciliani ed altri esponenti socialisti hanno ratificato il disconoscimento della guida politicale dell’on. Milioto, transitato alla corte di Craxi e sancito il commissariamento della segreteria regionale. Tra lunedì e martedì prossimi, De Michelis dovrebbe nominare, l’assessore provinciale di Agrigento, Santino Lo Presti a capo del partito in Sicilia. Secca la replica di Milioto: il nuovo PSI sono io - è come se qualcuno venisse a commissariarmi in casa mia: al congresso di Roma è stato eletto un segretario nazionale che è Bobo Craxi, chi ha fatto una scelta diversa si pone fuori dal garofano. Lo presti ribatte: il commissariamento lo ha deciso la stragrande maggioranza del partito che in Sicilia sta con De Michelis, per noi il congresso è nullo.