Notiziario di Giovedì 16 Ottobre 2003
Commette truffa aggravata l'impiegato statale che fa timbrare da altri il suo cartellino rileva-presenza facendo così apparire che ha lavorato più ore del normale. E il reato non viene meno per il fatto che il datore di lavoro, ossia la pubblica amministrazione incarnata dal capoufficio, non aveva autorizzato lo straordinario e quindi non gli avrebbe comunque pagato la truffaldina prestazione 'extra'. Lo sottolinea la quinta Sezione penale della Cassazione che ha respinto il ricorso di un pubblico funzionario agrigentino, Arcangelo T., contro la condanna. L'impiegato era stato processato per ''aver in concorso con ignoti e con raggiri indotto in errore la pubblica amministrazione ottenendo la liquidazione di competenze economiche che non gli spettavano''. In primo grado, davanti al tribunale di Agrigento, e in secondo grado, innanzi alla Corte di appello di Palermo, a nulla e' valsa la linea difensiva dell'imputato.