Notiziario di Venerdì 26 Settembre 2003
Il procuratore di Palermo Pietro Grasso invita i pm della Dda a collaborare «con senso istituzionale» ai compiti «delicatissimi» a cui è affidato il suo ufficio, e ricorda ai sostituti che lui «ha il dovere giuridico, e prima ancora l'imperativo morale, di assicurare nell' ambito della normativa vigente la migliore efficacia dell'azione antimafia». E' quanto scrive Grasso in una lettera inviata ai pm il 22 settembre scorso, prima delle dimissioni dal pool antimafia di Gioacchino Natoli. «Sono ben consapevole, come tutti voi - afferma il procuratore rivolgendosi ai suoi sostituti - della difficoltà della situazione attuale, in cui la Dda è stata costretta a modificare un modulo di azione ormai collaudato per molti anni e tornerò ad illustrare al Consiglio superiore, come ho già fatto più volte in passato, le esigenze e le peculiarità dell' azione di contrasto alla criminalità mafiosa nel distretto di Palermo». Nella lettera di tre pagine ai pm Grasso ricostruisce i passaggi burocratici che lo hanno portato a delineare, il 19 settembre scorso, la nuova organizzazione dell'ufficio, dalla quale è poi scaturita la richiesta di un intervento del Csm da parte di alcuni aggiunti e sostituti.