Notiziario di Sabato 1 Febbraio 2003
Le mani della politica sulla Sagra del Mandorlo in Fiore. Un fenomeno sempre presente, accentuato negli ultimi anni ed esploso proprio alla vigilia dell’edizione 2003. Ieri, come si sa, il presidente del Val d’Akragas, Gigi Casesa, annunciando la rinuncia del suo gruppo a partecipare alla Sagra e al Festival Internazionale del Folclore, ha accusato gli organizzatori di essere prigionieri della politica e dei politici. In particolare Casesa contesta la decisione di far partecipare tutti i gruppi locali al Festival del folclore, senza avere proceduto ad una doverosa valutazione artistica. Il tutto a scapito della qualità della Sagra, ridotta a festa paesana e dei gruppi stranieri. E’ come, ha concluso, se a Sanremo partecipassero anche i concorrenti della Corrida. E’ come se a Sanremo cantasse per 50 anni di seguito Nilla Pizzi, replica oggi la federazione italiana tradizioni popolari, della quale gli agrigentini Carmelo Cantone e Riccardo Cacicia sono, rispettivamente, vice presidente nazionale e presidente regionale ed anche animatori di due tra i gruppi folk di Agrigento. Le scelte politiche che Casesa definisce inopportune e controproducenti, si legge nella nota, sono al contrario scelte che confermano ancora una volta come chi organizza ed amministra risorse pubbliche opera con equità, al servizio della comunità locale, per valorizzare quanto di positivo esprime il territorio. Ricordiamo, prosegue ancora la nota della federazione, che oggi esistono realtà di gruppi folk che vantano prestigiosi riconoscimenti internazionali e che la Sagra è una festa di tutti gli agrigentini e non un dominio personale in quanto realizzata con pubblico denaro. La FTP conclude plaudendo all’attuale politica che ha riportato il giusto equilibrio nella manifestazione dando dignità ad altre realtà artistiche. Dunque, è guerra tra i gruppi folk locali per la conquista dello scettro. Ed è una battaglia in cui la politica ha messo becco, con interventi anche di ministri e parlamentari.