Notiziario di Mercoledì 15 Gennaio 2003
Non ha voluto assistere alla lettura della sentenza. L’ex sindaco di Agrigento, Calogero, Sodano, oggi senatore dell’UDC, imputato al processo abusivismo, ha preferito lasciare l’aula della terza sezione penale della corte d’Appello di Palermo, poco dopo le 13, quando i giudici sono entrati in Camera di Consiglio. Con lui anche l’ex assessore ai Lavori Pubblici, Piero Hamel. Intorno alle 15 il verdetto, letto dal presidente della corte, Salvatore Virga: 18 mesi per Sodano e 12 mesi ciascuno per i due ex assessori, Piero Hamel e Calogero Baldo. Assoluzione, perché il fatto non sussiste, per l’ex assessore all’Urbanistica, Giuseppe Catania e per l’ex vice sindaco Enzo Lauretta, per prescrizione del reato. In pratica la corte ha confermato quasi in toto la sentenza di primo grado emessa il 6 aprile del 2001 dai giudici della sezione promiscua del Tribunale di Agrigento, adeguandosi anche alla richiesta del Procuratore Generale Marraffa. Gli imputati sono stati condannati anche al pagamento delle spese processuali e al risarcimento danni nei confronti di tutte le parti civili costituite: WWF e Legambiente, Comune di Agrigento, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Arnone e alcuni ministeri e assessorati regionali patrocinati dall’Avvocato dello Stato, Fabio Caserta. L’udienza conclusiva di oggi è stata caratterizzata dalle arringhe difensive degli avvocati Roberto Tricoli e Giuseppe Grillo per Sodano, Camilleri per Baldo, Diego Galluzzo per Hamel e Nino Gaziano per Catania. Preannunziato il ricorso in Cassazione. Si chiude, dunque, in Appello uno dei processi più controversi della storia dell’ultimo decennio ad Agrigento. Tutto parte nel 93 con una diffida degli ambientalisti, ma l’inchiesta ha un impulso con il PM Giuseppe Bianco che chiede ed ottiene il processo per gli amministratori comunali accusati di non avere adeguatamente contrastato il fenomeno dell'abusivismo edilizio al fine di ottenere vantaggi elettorali. Già ci sono le prime reazioni. Per Giuseppe Arnone, componente della segreteria nazionale di Legambiente, si tratta di una sentenza di grande importanza, perché punisce chi a scopi elettorali favorisce la cementificazione illegale. Sulla stessa lunghezza d’onda il presidente nazionale del WWF, Fulco Pratesi, per il quale gli amministratori di Agrigento pagano penalmente per aver barattato l'inerzia e la mancanza di interventi di controllo edilizio e di demolizione dei manufatti abusivi.