Notiziario di Venerdì 18 Dicembre 1998
L'Assemblea regionale siciliana ha approvato la legge che liquida gli enti economici regionali Ems, Espi e Azasi, enti che si occupavano della gestione delle miniere e che avrebbero dovuto promuovere lo sviluppo industriale in Sicilia. La legge approvata stamattina prevede esodi per 1.410 dipendenti delle aziende collegate con un risparmio per le casse della Regione di 293 miliardi di lire in cinque anni e la privatizzazione delle società partecipate dei tre enti, che avevano interrotto l'attività produttiva 4 anni addietro. L'Ars nel disegno di legge approvato oggi ha attivato anche il meccanismo di esodo incentivato per il personale che abbia maturato da 31 a 39 anni di anzianità di servizio, concordato con i sindacati. Potranno cosi' accedere al prepensionamento 1.410 addetti su 2.400 che, se fossero rimasti in servizio, avrebbero gravato sulle casse regionali per 387 miliardi e 698 milioni in cinque anni. E intanto soddisfazione è stata espressa dalla CGIL per l'approvazione da parte dell'ARS della legge sullo scioglimento degli enti economici regionali. ''Apprezziamo - afferma Carmelo Diliberto - l'impegno di questo governo su un provvedimento che era in giacenza dal dicembre del '97 e su cui sono caduti i due precedenti esecutivi''. ''finalmente, osserva poi Diliberto, si chiude un'esperienza di enti che hanno drenato grandi quantità di denaro pubblico senza le ricadute conseguenti sul terreno di uno sviluppo e di un'occupazione duraturi''. E non mancano i commenti positivi al provvedimento, anche da parte degli stessi rappresentanti del mondo politico siciliano. Per Giovanni Battaglia, assessore regionale della cooperazione, "lo scioglimento degli enti economici siciliani e' un primo atto, chiaro e forte, della svolta che il primo governo guidato dalla sinistra ha impresso alla regione". Il capogruppo dei Democratici di sinistra all'ARS Lillo Speziale, definisce quella di oggi "una data storica, con la fine di un'epoca di sprechi: e' una conferma - prosegue Speziale - che e' possibile portare avanti una politica rigorosa di riforme''. Secondo Gaspare Nuccio, coordinatore regionale della Rete, questo è "solo il primo passo di un processo riformatore che avrà come secondo obiettivo la legge voto per la riforma dello Statuto".