Notiziario di Martedì 17 Novembre 1998
Aveva di sicuro un appuntamento, ma non poteva pensare che era con la morte. Un agente di polizia penitenziaria, Antonio Condello, 32 anni di Palma di Montechiaro, celibe, è stato assassinato molto probabilmente ieri sera in una zona periferica del paese dove abitava con i suoi genitori. Ieri sera non è tornato a casa e solo stamani il fratello è andato a cercarlo. Lo ha trovato nei pressi del liceo scientifico Odierna di Palma di Montechiaro all'interno della propria autovettura, una Fiat 600 di colore giallo. L'agente di polizia penitenziaria è stato ucciso con quattro colpi di pistola esplosi da distanza ravvicinata. L'agente sarebbe morto sul colpo. Un vero rompicapo per gli inquirenti che stanno cercando di trovare degli elementi utili per le indagini. Pare che al carcere di contrada Petrusa dove lavorava, l'uomo non aveva contatti con i detenuti proprio per questo motivo la pista legata alla sua professione sembra essere stata scartata. Il questore di Agrigento, Oscar Fioriolli, ha definito singolare la dinamica dell'agguato. E' un delitto strano, ha aggiunto, anche se è ancora troppo presto per azzardare ipotesi. Nella riunione in prefettura ad Agrigento di una settimana fa sull'ordine pubblico sono stati espressi timori di una possibile ripresa della violenza in provincia di Agrigento. Ambrogio Cartosio stamani si è detto addolorato per l'uccisione di Antonino Condello e sottolinea che in un recente passato, nell'agrigentino, erano stati numerosi i segnali sanguinosi di una forte presenza mafiosa: vi sono stati omicidi di ufficiali sanitari, di vigili urbani e per ultimo la scomparsa del capo dell'Utc di Racalmuto Delfino. Il magistrato ha concluso che la mafia agrigentina approfitta del fatto che non c'è attenzione in quella provincia da parte degli organi di stampa al contrario di quello che succede a Palermo.