Notiziario di Martedì 16 Settembre 2008
Ancora un black out nella fornitura d’acqua dal dissalatore di Gela. Ieri la portata ai serbatoi comunali è stata di appena 6 litri al secondo, oggi dall’impiano gelese non è arrivata alcuna goccia d’acqua. I 155 litri al secondo, giunti ad Agrigento, sono stati garantiti per lo più dal dissalatore di Porto Empedocle, realizzato proprio per servire il solo capoluogo. Intanto, i cittadini sono sempre più esasperati per la mancanza d’acqua: nel centro storico, in via Gioeni l’acqua non arriva da 10-15 giorni. La Girgenti Acque fa salti mortali per garantire una turnazione più che accettabile, ma le continue rotture lungo la condotta Gela-Agrigento provocano disservizi. Rotture sospette, le ha definite il sindaco Zambuto, che sulla vicenda ha già informato il neo procuratore Di Natale.
Appena insediato, sul suo tavolo il neo procuratore della Repubblica di Agrigento, Renato Di Natale, potrebbe trovare lo scottante fascicolo dell’emergenza idrica. E per la verità non sarebbe la prima inchiesta, visto che in passato ci hanno provato altri magistrati, altri procuratori. A sollevare il caso, il sindaco Marco Zambuto, il quale parla apertamente di boicottaggio, di qualcuno interessato a tenere assetata la città.
Da qualche giorno praticamente non arriva acqua dall’impianto gelese. Sono ancora fermi e lo saranno ancora per molto tempo i moduli "200" e "300" del dissalatore per lavori di manutenzione. In ginocchio non solo Agrigento, ma anche altri comuni, come Licata e Palma di Montechiaro. E a Licata monta sempre più la protesta: un cittadino del luogo, Salvatore Licata, ha più volte inviato lettere e telegrammi a tutte le autorità competenti, sollecitando che ad una situazione di emergenza facciano seguito decisioni straordinarie. Come l’assegnazione di un maggior quantitativo di acqua e il superamento di tutti gli ostacoli burocratici che rallentano la consegna della condotta Favara di Burgio.
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I carabinieri di Agrigento hanno arrestato, all'alba, Marco Salvatore Allegro di 25 anni e Calogero Cipolla di 27 anni, entrambi disoccupati, per detenzione a fini di spaccio. Allegro, durante una perquisizione domiciliare, è accusato di essere stato trovato in possesso di 40 grammi di hashish e 2 grammi di marijuana, mentre Cipolla sarebbe stato sorpreso con 95 grammi di hashish e 2 grammi di cocaina. Entrambi sono stati portati nel carcere Petrusa di Agrigento.
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L’associazione Agorà delle Donne di Agrigento, nel corso di una assemblea convocata per domani dalla presidente Mariella Lo Bello, deciderà se formalizzare ricorso al TAR di Palermo contro l’esclusione di rappresentanti femminili nella giunta provinciale guidata dal presidente Eugenio D'Orsi. All’incontro sono state invitate tutte le rappresentanti di associazione e comitati femminili, ma anche di semplici cittadine. L’Agorà delle Donne peraltro può contare su un precedente importante: la decisione del TAR della Puglia che ha intimato al sindaco di Molfetta, un comune in provincia di Bari, di nominare delle donne in Giunta. Ricordiamo che qualche settimana fa, sempre l’Agorà delle Donne, aveva invitato D'Orsi a valutare la possibilità di nominare donne in Giunta cosi come prevede lo Statuto. E sulla vicenda interviene anche Lilly Mazza, del coordinamento Donne della CISL di Agrigento, per la quale l’esclusione delle donne è un grave sintomo di mancata democrazia.
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Un danno alla collettività, un freno allo sviluppo e al benessere della provincia di Agrigento. E’ quanto dichiara il Presidente di Confindustria Agrigento, Giuseppe Catanzaro, a proposito dell’attentato subito dalla Sam, una impresa ecologica che opera per conto della Sogeir di Sciacca. Catanzaro manifesta solidarietà e vicinanza agli imprenditori Bono e Mirabile che rischiano per migliorare la Sicilia e vedono in fumo i propri beni. Le istituzioni siano vicine ai due imprenditori con fatti concreti, conclude Catanzaro, liquidando i crediti vantati dalle società per superare i disagi ed i danni conseguenti all’incendio.
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Tre mesi: un periodo limitato, ma che in determinate situazioni potrebbe rivelarsi fatale. E’ il tempo in cui il reparto di terapia intensiva e rianimazione dell'ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento dovrebbe chiudere per lavori di ristrutturazione. Una notizia che non ha lasciato indifferente l’ex deputato regionale Calogero Miccichè, per il quale la chiusura, anche temporanea del reparto, costituisce un atto di irresponsabilità umana, civile, amministrativa e politica. Inoltre Miccichè si chiede se la scelta sia da addebitare ai tagli del governo alla sanità. Una scelta che, a parere dell’ex deputato, risulta sbagliata visto che con l’aumento della mobilità attraverso l’elisoccorso il risparmio diventa solo virtuale. Una vicenda che ha generato uno scontro a distanza tra Miccichè e Giancarlo Manenti, direttore generale dell'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio. Il manager ha risposto alle dichiarazioni di Miccichè ribadendo la temporaneità della chiusura del reparto, chiusura che si è resa necessaria per ottemperare a carenze strutturali che rendono i locali non perfettamente sicuri ed idonei. "Intervenire in questo modo su argomenti così delicati – dice Manenti – non può che creare allarmismi ingiustificati nell'utenza. I lavori dureranno da otto a dodici settimane e serviranno per mettere in sicurezza l'intero reparto. Manenti pertanto chiede un sacrificio ai cittadini, un sacrificio, dice, che servirà a migliorare le prestazioni sanitarie all’ospedale. Affermazioni che hanno provocato la controreplica di Miccichè che ribadisce la gravità della chiusura di un reparto importantissimo in un ospedale di una città come Agrigento, chiusura che porterà ad un ulteriore calvario per i pazienti che dovranno essere trasferiti con l’elisoccorso del 118. E conclude con una provocazione: Manenti ha il compito di trovare locali idonei, che metta a disposizione i suoi lussuosi uffici.
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Crisi risolta nell’Akragas. Nuovo proprietario della società è l’imprenditore Gioacchino Sferrazza, che in passato ha ricoperto la carica di amministratore delegato. Oggi pomeriggio il presidente Giuseppe Pontei ha ceduto gratuitamente a Sferrazza il titolo, dopo che nelle ultime ore Massimo Vella si era defilato dalla società. Sferrazza sembra intenzionato a rilanciare il calcio ad Agrigento, è stato il commento di Pontei, che ha rimarcato di non avere voluto in cambio nulla. Una notizia, quella dell’acquisto di Sferrazza dell’Akragas, che fa felici i tifosi e rassicura tecnico e giocatori che nel pomeriggio di oggi, appresa la notizia, hanno fatto rientro ad Agrigento per la ripresa degli allenamenti per preparare il debutto in campionato all’Esseneto con il Bagheria dell'ex tecnico Bellomo.
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Ancora sport. Sono già 66 gli equipaggi iscritti al 18° Fabaria Rally-23° Rally dei Templi, in programma venerdì e sabato prossimo in provincia di Agrigento. Molti i corridori siciliani che ambiranno a posizioni di vertice. Un occasione per mettersi in mostra nel Trofeo Rally Asfalto, la maggiore serie nazionale riservata a questa specialità dopo il Campionato Italiano. Oltre ad Alfonso Di Benedetto, che a Favara festeggerà la vittoria in anticipo della Coppa CSAI gruppo N, ad un posto sul podio ambirà la coppia formata dall’agrigentino Giuseppe Patti e dal messinese Massimo Cambria, su una potente Peugeot 206. La gara sarà presentata giovedì 18 alle 11.30 al Castello Chiaramontano di Favara.