Notiziario di Mercoledì 23 Agosto 2006
E' ancora un rompicapo per la squadra omicidi della questura di Palermo l'assassinio di Giuseppe D'Angelo, 63 anni, avvenuto ieri mattina nella borgata marinara di Sferracavallo. I due killer su una moto, che indossavano caschi neri, hanno agito con una tecnica che ricorda le esecuzioni di stampo mafioso. L'ex titolare di un bar oggi in pensione è stato colpito da una pioggia di proiettili: tre colpi al ginocchio per bloccarlo, poi altri due tra il fianco e le braccia, uno al cuore e l'ultimo proiettile, quello di grazia, alla nuca. Un agguato plateale per strada per un signor nessuno, sostengono gli investigatori, che dipingono la vittima come una persona tranquilla che conduceva una vita normale. Eppure un delitto compiuto con questa tecnica in un territorio considerato controllato da Cosa Nostra e definito "il regno del superlatitante Salvatore Lo Piccolo" per i magistrati denota la "rottura di un equilibrio", l'interruzione di una "pax mafiosa" che durava da due anni.