Notiziario di Giovedì 1 Giugno 2006
Terzo omicidio in poco meno di un anno, a Ravanusa. L'ultimo è avvenuto questa mattina, vittima Angelo Lentini, 50 anni, freddato con alcuni colpi di pistola da due killer a bordo di una moto. Proprio un anno fa, il 6 giugno, sempre a Ravanusa, veniva massacrato un fratello dell'uomo, Giuseppe Lentini. In mezzo l'omicidio di Vito Zagarrio, 43 anni, avvenuto nell'aprile scorso. Le indagini puntano dritto alla mafia. I Lentini infatti erano parenti del capomafia del paese ucciso in un agguato nel 92. Il servizio. A Ravanusa adesso sono in tanti a temere una nuova guerra di mafia, stile anni 80-90. Lo testimoniano i tre omicidi in poco meno di un anno. Una lunga scia di sangue partita il 6 giugno 2005 quando all'interno della sua officina venne ucciso Giuseppe Lentini, 58 anni. Il 23 aprile scorso è la volta di Vito Zagarrio, 40 anni, sposato e padre di due figli, assassinato con 6 colpi di pistola a bruciapelo. Oggi è toccato ad Angelo Lentini, 50 anni, sposato con figli, fratello di Giuseppe Lentini, ritenuto il boss del paese. L'agguato è scattato nella tarda mattinata, tra Corso Lauricella e via Martiri 16 marzo. Due giovani a bordo di una moto hanno bloccato la betoniera a bordo della quale si trovava l'uomo che stava recandosi al lavoro. Fermato dai due, di fronte ad un bar, la vittima ha avuto il tempo di scendere dal camion e di essere freddato da parecchi colpi di arma da fuoco. La vittima, come detto, era fratello di un boss mafioso della zona, Giuseppe Lentini, assassinato il 6 giugno dello scorso anno, sempre a Ravanusa. L'uomo nel novembre del 2000 venne coinvolto in una inchiesta antimafia, denominata Atesino. I Lentini erano inoltre nipoti di Angelo Ciraulo, ritenuto dagli inquirenti a capo della cosca mafiosa di Ravanusa, a sua volta ucciso nella piazza del Paese nel 1992. E sono anche parenti del pentito Calogero Mirabile, della cosca avversa dei Boncori che svelò nomi e movente proprio dell’omicidio di Ceraulo. Secondo gli inquirenti i due delitti sono collegati tra di loro e dovrebbero quindi avere un'unica matrice, cioè quella mafiosa. Le indagini sono condotte dal comando provinciale dei Carabinieri di Agrigento su delega della DDA di Palermo. ------- La terza sezione della Corte di Assise di Palermo ha condannato all'ergastolo tre presunti boss delle province di Agrigento e di Caltanissetta, accusati di aver avuto un ruolo nel sequestro del piccolo Giuseppe Di Matteo, il figlio dell'ex pentito Santino, rapito il 23 novembre del 1993 e ucciso nel gennaio del 1996. La massima pena è stata inflitta a Mario Capizzi, Salvatore Fragapane e Gaetano Pollari. Il collaboratore di giustizia Ciro Vara, che con le sue dichiarazioni ha consentito di far luce su questo aspetto della vicenda, è stato condannato a 14 anni. Assolti altri cinque imputati, Salvatore Longo, Alfonso Scozzari, Daniele e Alessandro Emmanuello, e Giuseppe Fanara. La sentenza è stata emessa dopo 24 ore di camera di consiglio, dalla Corte presieduta da Giancarlo Trizzino. I pm avevano chiesto condanne per tutti gli imputati. Alla lettura della sentenza era presente il procuratore aggiunto Anna Palma. Per il rapimento e l'uccisione del bambino in altri processi sono stati condannati vari esponenti di Cosa Nostra. ------- Ci sono anche i siciliani Angelo Capodicasa, dei DS e Sergio D'Antoni, della Margherita, tra i dieci vice ministro nominati oggi dal Consiglio dei Ministri. All'esponente agrigentino è stata assegnata la delega alle Infrastrutture, di cui è responsabile Antonio Di Pietro, mentre a D'Antoni è stata affidata quella allo Sviluppo Economico. ------ Solidarietà all'imprenditore Salvatore Moncada esprime il presidente della Provincia, Enzo Fontana, il quale auspica un’indagine celere che faccia piena luce sull’atto intimidatorio di cui è rimasto vittima. Imprenditori come Salvatore Moncada, conclude Fontana, che si sono ribellati alla criminalità e hanno legato la loro attività imprenditoriale all'innovazione, devono essere messi in condizione di operare senza dover subire il ricatto mafioso. Sulla stessa lunghezza d'onda anche il segretario provinciale della Cgil, Piero Mangione, il quale auspica un intervento del Prefetto. ------- Insieme per far conoscere l'affidamento familiare. E' stato questo il tema di un incontro promosso dall'assessorato provinciale alla Famiglia di Agrigento, al quale sono intervenuti responsabili di strutture socio-sanitarie. In particolare, l'accento è stato posto al fatto che entro il 31 dicembre prossimo chiuderanno gli istituti educativi residenziali. Le interviste. ----- I fondali del fiume Akragas continuano a riservare sorprese. Oggi la notizia di un eccezionale ritrovamento: un cannone con affusto ligneo che risalirebbe al 17.esimo - 18.esimo secolo. La scoperta è stata effettuata dai tecnici della Soprintendenza del Mare, nell'ambito degli interventi di tutela e valorizzazione del patrimonio subacqueo, e dall'equipaggio del Roan della Guardia di Finanza di Palermo. Il manufatto, che si trovava ad una profondità di 7 metri, semisommerso in un fondale limaccioso, ad una distanza di circa 300 metri dalla costa del fiume Akragas, è una testimonianza importante per la presenza insieme al cannone del suo affusto ligneo, rara nei rinvenimenti di reperti subacquei nei fondali siciliani. Il cannone sarà trasferito a Bologna al laboratorio della ditta Morigi per il restauro. ------ Raffadali rende omaggio a Nino Aurelio Cuffaro, figura di docente, di educatore, ma anche di instancabile operatore culturale. Fu grazie al suo impegno che venne creato il Villaggio della Gioventù che da domani porterà il suo nome. Alla cerimonia di intitolazione, prevista per le 18,30, parteciperanno il sindaco con la giunta al completo, il presidente della Regione, Salvatore Cuffaro, originario di Raffadali e quello della provincia, Enzo Fontana. Previste anche le testimonianze di Giannino Lombardo, Gianfranco Gueli, Enzo Alessi e Mimmo Galletto. ------ E' stata bandita la nona edizione del premio di poesia nazionale Alessio Di Giovanni, promosso dall'Accademia teatrale di Sicilia. Il premio si articola in tre sezioni: poesia in lingua siciliana, in lingua italiana e sezione speciale nazionale. Possono partecipare gli autori che inviano una sola poesia che non supare le 70 righe dattiloscritte. L'elaborato dovrà essere in cinque copie e tutti i concorrenti dovranno inviare le loro opere entro il 15 luglio prossimo. Le opere vanno inviate all'Accademia teatrale di Sicilia, premio Alessio Di Giovanni, casella postale 78. Raffadali.