Notiziario di Giovedì 30 Marzo 2006

Giudiziaria. Emessa nel pomeriggio di oggi, dai giudici della prima sezione della corte d'appello di Palermo, presieduta Salvatore Scaduti, la sentenza di secondo grado del processo su presunte irregolarità nella costruzione del depuratore del Villaggio Peruzzo. Condannati a un anno e 4 mesi per abuso e falso i progettisti Vincenzo Rizzo e Giovanbattista Platamone. In primo grado, dai giudici del Tribunale di Agrigento, erano stati condannati a un anno e 9 mesi. Assolti invece l'ex sindaco e senatore dell'Udc, Calogero Sodano, l'ex assessore comunale ai Lavori Pubblici, Piero Hamel e l'imprenditore Vincenzo Costanza, titolare dell'impresa che ha eseguito i lavori. In primo grado Sodano era stato condannato a 10 mesi di reclusione, Hamel a 9 mesi e Costanza un anno e 9 mesi. In primo grado erano stati assolti anche i tecnici comunali Bonadonna e Di Francesco. Una sentenza che conferma l'illegalità dell'impianto al Villaggio Peruzzo, commenta la parte civile Legambiente che annuncia comunque ricorso in Cassazione. ------ Il consigliere provinciale di Rifondazione comunista di Agrigento, Franco Tuttolomondo, sollecita il presidente Fontana a dare attuazione alla delibera approvata dal consiglio con la quale l'orario di lavoro dei precari è stato integrato a 36 ore settimanali. Fontana nei giorni scorsi aveva inviato una lettera al presidente del consiglio provinciale, Luparello, con cui annunciava di non potere adempiere alla integrazione prevista a causa dei limiti posti dalla legge finanziaria che impone una diminuzione dell'un per cento del costo del personale. Tuttolomondo ricorda che la legge regionale sulla stabilizzazione dei precari, approvata dalla Regione, prevede la stipula di contratti di diritto privato e che per l'anno 2006 il governo erogherà il contributo per consentire l'elevazione da 24 a 36 delle ore di lavoro. ------ In apertura un'ampia pagina di cronaca. Cominciamo dal tentato omicidio avvenuto oggi pomeriggio a Licata. Vittima Massimo Tilocca, 30 anni, raggiunto da ben 4 colpi di pistola. Il fatto è avvenuto all'ingresso del molo Marinella di Licata. Al centro della vicenda, una rissa che Massimo Tilocca aveva avuto tre giorni fa all'interno del bar di via Rettifilo Garibaldi con alcuni giovani. Qualche parola di troppo e la promessa di vendetta. Ieri notte il primo round: qualcuno ha esploso un colpo di arma da fuoco sotto l'abitazione della vittima e poi è fuggito. Nel pomeriggio, il secondo round: Massimo Tilocca è arrivato a bordo del suo Fiorino al molo, accompagnato da un'altra persona. Sul posto vi sono anche le tre persone con le quali aveva avuto la lite. Ad un certo punto qualcuno tira fuori la pistola ed esplode all'indirizzo di Tilocca 4 colpi. Gli accompagnatori della vittima, sfuggiti all'agguato, fanno perdere le proprie tracce. L'uomo, ferito, viene subito trasportato all'ospedale di Licata. Le sue condizioni appaiono subito gravissime, tanto che i medici dispongono il trasferimento all'ospedale Sant'Elia di Caltanissetta. Secondo le ultime notizie, pare che i Carabinieri abbiano fermato e arrestato l'autore del tentato omicidio. ------- Notte di fuoco a Ribera. Incendiate diverse auto. Il primo episodio è avvenuto intorno alle mezzanotte e trenta: ignoti prendevano di mira una Fiat Brava di proprietà di un uomo, provocando danni per oltre 3 mila euro. Alle 4,30, in via Quartararo, ignoti incendiavano con liquido infiammabile un'Opel Astra, causando danni per oltre 2 mila euro. Le fiamme hanno anche danneggiato un'altra auto parcheggiata poco distante. Sul posto dei due incendi si sono portati i vigili del fuoco. Indagini sono in corso da parte dei Carabinieri della tenenza di Ribera. ------ I Consiglieri Comunali di Agrigento Giuseppe Salsedo e Maurizio Bonomo ritornano sul “caso” freccia del sud Agrigento – Milano. I vertici di Trenitalia hanno sì ripristinato la tratta ferroviaria, sostengono i due, ma si tratta di una farsa. La precarietà della tratta, proseguono, è sottolineata dalla presenza quotidiana in Piazza Stazione di 3 autobus, ma la cosa più scandalosa e mortificante è che è svanita nel nulla la motivazione iniziale della sospensione, cioè il rifacimento e la eventuale sostituzione dei vagoni. I due sostengono di avere constatato di persone che i vagono non solo sono rimasti gli stessi, ma si presentano più sporchi, fatiscenti e indecenti. E concludono con una provoncazione: sarebbe il caso di chiudere definitivamente la stazione di Agrigento e aumentare gli autobus per Palermo e Catania.

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