Notiziario di Sabato 4 Marzo 2006
Aurità ed istituzioni democratiche oggi tutte insieme a manifestare solidarierà a Licata, al centro, negli ultimi mesi, di un'impressionante escalation della criminalità. Numerosi gli attentati incendiari e intimidatori che si sono registrati dall'inizio dell'anno. Oggi a Licata sono arrivati il prefetto di Agrigento, Bruno Pezzuto, il procuratore della Repubblica, Ignazio De Francisci, il questore Zito e i comandanti provinciali dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, Passaro e Conti, per partecipare prima ad un incontro al comune e successivamente ad una marcia della legalità, alla quale hanno preso parte alcune centinaia di cittadini. Le interviste. ----- Il boss mafioso latitante trapanese, Vincenzo Pandolfo, 47 anni, medico, ricercato da 15 anni, si è costituito oggi pomeriggio nel carcere di Pagliarelli a Palermo. L'uomo, condannato per associazione mafiosa perché ritenuto il capomafia di Partanna e medico personale di Francesco Messina Denaro, il padre del boss ricercato Matteo, si è presentato agli agenti della polizia penitenziaria. Pandolfo era inserito nell'elenco dei 500 latitanti più pericolosi d'Italia. Il boss per il momento si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dei Pm della DDA, accorsi al Pagliarelli per interrogarlo. Gli inquirenti stanno tentando di accertare chi abbia accompagnato il boss ; non convince, infatti, il suo racconto e cioè che sia arrivato al carcere in autobus. Gli inquirenti ritengono che l'uomo possa aver trascorso parte della sua latitanza con il capomafia trapanese Matteo Messina Denaro. ------ Sono state più di 2.600, in provincia di Agrigento, le controversie discusse davanti alla commissione tributaria nel 2005. Il dato è emerso dalla relazione del presidente della commissione tributaria regionale, Pietro Ferraro, presente alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario tributario siciliano, svoltasi al Palazzo Steri di Palermo. Tra gli altri erano presenti, il cardinale Salvatore De Giorgi, arcivescovo di Palermo, il prefetto di Palermo Giosué Marino e il presidente dell'Ars Lo Porto. L'anno giudiziario tributario in Sicilia, ha detto il presidente, chiude con un bilancio positivo. Sono diminute infatti le pendenze negli uffici periferici nonostante la carenza dei giudici, locali non del tutto adeguati e il personale di segreteria ridimensionato ma in numero sufficiente per le esigenze. Nel suo intervento Ferraro ha criticato il ricorso al condono che da un altro allegerisce il carico di lavoro, ma dall'altro, ha concluso, rappresenta un cattivo esempio a chi, invece, rispettoso della legge non commette infrazioni e paga regolarmente le eventuali multe. ------ I carabinieri della stazione di Finale di Pollina hanno arrestato il 36.enne Jovanovic Danicic, residente presso il campo nomadi di contrada Gasena, in provincia di Agrigento. L'accusa è di violazione della legge sull'immigrazione. Fermato ad un posto di blocco, ha mostrato ai militari una polizza assicurativa falsa. Da controlli è emerso, poi, che Danicic era stato già espulso dall'Italia per i suoi precedenti penali. ----- Si chiude con l'archiviazione del fascicolo, aperto per violazione del segreto istruttorio, il filone nisseno della cosiddetta inchiesta sulle talpe alla dda di Palermo. Il procedimento ipotizzava responsabilità dei magistrati palermitani nella fuga di notizie che consentì al manager della sanità Michele Aiello di conoscere particolari sulle indagini a suo carico. Il gip di Caltanissetta, accogliendo la richiesta della procura, ha archiviato il fascicolo, sempre rimasto a carico di ignoti. Ciuro avrebbe accusato falsamente due magistrati palermitani, Anna Maria Palma e Guido Lo Forte di essere gli autori della fuga di notizie. In alcune intercettazioni era emerso il nome della Palma, coinvolta in quanto moglie del preside della facoltà di Medicina Adelfio Cardinale che è a capo del Dipartimento in cui lavorava Carcione. Né per Lo Forte, né per la Palma, però, i magistrati nisseni hanno mai formalizzato l'inchiesta, rimasta sempre a carico di ignoti.