Notiziario di Giovedì 2 Marzo 2006
C'è attesa per la seduta di oggi del consiglio comunale di Agrigento. Tra gli argomenti al centro del dibattito figurano l'approvazione del conto consuntivo 2004, sul quale pende una diffida della Regione e la mozione con la quale si chiede all'amministrazione di sospendere il bando di gara per l'affitto dei locali da destinare all'ufficio provinciale del lavoro. Ma al di là degli argomenti, la riunione di oggi cade a distanza di qualche giorno dal monito dell'Arcivescovo Ferraro a proposito della litigiosità che caratterizza i lavori d'aula. Una questione ancora al centro del dibattito tra le forze politiche. Vediamo.
Al momento è l'unica voce fuori dal coro. E' quella di Mimmo Ferraro, presidente provinciale dei Verdi, al quale non è andato proprio giù il monito dell'Arcivescovo Carmelo Ferraro che durante l'omelia, in occasione della festa del patrono San Gerlando, aveva pesantemente bacchettato, davanti al presidente Giovanni Di Maida, il consiglio comunale, dal quale, aveva detto, ci aspettiamo impegno disinteressato, ricerca del bene della città e rapporti improntati alla solidarietà con i cittadini. Ma soprattutto, mons. Ferraro, aveva condannato quello che, a suo giudizio, è lo stile litigioso dell'aula, piaga degrandante di cui vergognarsi, aveva concluso. Parole condivise da tutto il mondo politico e non solo, con in testa il presidente Giovanni Di Maida che ha proposto una sorta di patto di fine legislatura tra le varie forze politiche. Ma oggi ad uscire dal coro, come detto, è il presidente provinciale dei Verdi, Mimmo Ferraro, per il quale quello di mons. Ferraro è sì un richiamo autorevole, ma anche una sorta di indebita ingerenza. Mons. Ferraro, prosegue il verde Ferraro, non si è limitato a fare un monito generico, ma addirittura ha esortato il Presidente del Consiglio ad avere maggiore fermezza nel dirigere i lavori del Consiglio. Di Maida può essere un fervente credente, ma è a capo di un'istituzione democratica e laica e deve essere il Presidente del Consiglio di tutti, laici e credenti. Male ha fatto quindi la quasi totalità dei Consiglieri e Di Maida a non respingere rispettosamente al mittente gli ammonimenti dell'Arcivescovo. Pur ravvisando che c'è una certa litigiosità che appesantisce il dibattito del Consiglio, concludono i Verdi, siamo certi che i Consiglieri Comunali, anche senza "alti" ammonimenti, troveranno il modo di far funzionare al meglio il Consiglio Comunale.