Notiziario di Sabato 14 Maggio 2005
Per un attimo la memoria è ritornata alla tragedia di 4 anni fa che provocò la morte di 37 nordafricani. Parliamo dello sbarco di clandestini avvenuto ieri sera nelle acque di Capo Rossello, teatro, come detto, del naufragio del 2001. Il barcone carico di immigrati è stato avvistato a 26 miglia dalla costa. Anche ieri il mare era agitato, come 4 anni fa e per questo si è tenuto il peggio. A bordo 27 disperati che hanno sfidato il mare mosso in cerca di vita miglior. Gli immigrati sono bloccati a terra da polizia e carabinieri. Nel gruppo anche i presunti scafisti, tre, arrestati mentre cercavano di allontanarsi dalla costa. Intanto, al centro di accoglienza di Lampedusa, per la seconda notte consecutiva, si sono vissuti momenti di tensione e paura per una nuova rissa dopo quella scoppiata ieri mattina. Una ventina di immigrati di etnie diverse, si sono affrontati dandosele di santa ragione. Sono volati calci e pugni e per una decina è stato necessario il trasferimento nell'infermeria della struttura d'accoglienza dove sono state riscontrate contusioni ed escoriazioni. Nei momenti concitati della rissa, prima che intervenissero le forze dell'ordine, una trentina di extracomunitari sono riusciti a fuggire dal centro. Alcuni sono stati già rintracciati. Le ricerche vengono effettuate con l’ausilio di un elicottero della Guardia di Finanza soprattutto nella zona del porto. Si teme che gli immigrati tentino di lasciare l'isola a bordo di qualche motopeschereccio, uno dei tanti che uscirà in mare per le battute di pesca. La rissa è stata sedata da un centinaio di uomini delle forze dell'ordine, in assetto antisommossa. Ulteriori disordini che vanno a sommarsi con quelli della notte scorsa, quando rimasero contusi una decina di immigrati. Una struttura, quella di Lampedusa, in grado ad accogliere solo 190 persone ma che dopo gli sbarchi di martedì e mercoledì scorso, si è trovata a ospitare 840 immigrati. Oggi intanto dovrebbero riprendere le operazioni di trasferimento dei clandestini dal centro di accoglienza, visto anche il clima infuocato che si respira.