Notiziario di Mercoledì 5 Novembre 2003
Un brindisi per festeggiare la strage di via D'Amelio in cui furono uccisi il giudice Borsellino e 5 agenti di scorta. A rievocarlo oggi, in video conferenza, nel processo davanti alla corte d'Assise di Catania per le stragi mafiose del 92, è stato Giuseppe Marchese, 40 anni, cognato di Leoluca Bagarella. Ero in carcere a Cuneo, ha detto, quando appresi della strage. Mi si avvicinò Giuseppe Madonia che mi disse: sono questi i pezzi forti che ci interessano. Poi brindammo con un cartone di vino. Marchese ha ricordato di essere un mafioso nato e cresciuto in una famiglia che ha sempre respirato l'aria di Cosa Nostra. Ex uomo d'onore, Giuseppe Marchese ha confermato di avere assassinato in carcere Vincenzo Puccio su ordine preciso di Totò Riina e di avere saputo che la decisione di compiere le stragi scaturì in seguito agli ergastoli confermati in cassazione contro gli uomini di Cosa nostra nel maxiprocesso di Palermo.