Notiziario di Martedì 7 Ottobre 2003
Gli inquirenti stanno facendo terra bruciata attorno alla latitanza del boss dei boss Bernardo Provenzano. Gli agenti della squadra mobile di Palermo hanno arrestato il boss mafioso latitante Salvatore Sciarabba, 53 anni, indicato come il capomafia di Belmonte Mezzagno e vicino proprio al numero uno di Cosa nostra, la primula rossa Bernardo Provenzano. L'uomo, ricercato da oltre sei anni, e' accusato di avere preso il posto del boss Benedetto Spera, catturato dalla polizia di Stato il 30 gennaio 2001 dopo diversi anni di latitanza. Per gli inquirenti, Sciarabba riveste un posto di notevole importanza ai vertici dell' organizzazione mafiosa, tanto che a lui sarebbe stato affidato, negli ultimi tempi, anche il compito di proteggere la latitanza di Provenzano. Salvatore Sciarabba e' stato bloccato dagli agenti della Mobile in un piccolo appartamento di Palermo, a poca distanza dal Palazzo di giustizia. Gli agenti hanno fatto irruzione in questa modesta abitazione composta da due stanze a piano terra, in un quartiere popolare della citta'. Nel covo del boss i poliziotti hanno trovato una somma di 19.550 euro, tre cellulari, due schede telefoniche, quattro ricetrasmittenti e poi appunti che gli investigatori ritengono di notevole importanza. Il blitz degli agenti ha colto di sorpresa l' uomo, che e' stato subito bloccato e non ha fatto in tempo a reagire. Salvatore Sciarabba, detto Totino, nel '91 era stato condannato a morte da Toto' Riina perche' sospettato dai boss di Misilmeri di essere stato coinvolto nell'omicidio di Pietro Ucello, un capomafia della zona. A salvargli la vita intervenne allora il boss della famiglia mafiosa della Noce, Calogero Ganci, che convinse Riina ad evitare l' omicidio.