Notiziario di Giovedì 2 Ottobre 2003
Si è criticato sempre che la Sagra si preparava solo nel mese di Gennaio con molta improvvisazione senza curarla nei minimi particolari. Solo lo scorso anno in occasione della BIT che si svolge a Milano ad Aprile si è parlato che la Sagra del 2003 era pronta, ma verso dicembre il commissario dell’Azienda Autonoma del Soggiorno e Turismo di Agrigento Nino Lauretta parlava che tutto era in alto mare come sempre. Quest’anno sembra che sia la volta buona in quanto lo stesso Lauretta e il direttore della stessa azienda Del Turismo Grazia Incorvaia sostengono che la quarantanovesima Sagra del Mandorlo in Fiore, quella del 2004, è pronta. I due smentendo quanto apparso nei giorni scorsi su un giornale regionale, confermano che i gruppi folcloristici che dovranno partecipare alla manifestazione sono stati selezionati. Lauretta e Incorvaia inoltre, sottolineano che sono in cerca di sponsor qualificati per far si che il budget su cui possono contare, che è di circa centonovantaquattromila euro, possa essere aumentato e permettere una manifestazione degna della città. Lauretta ed Incorvaia, proseguono la nota, facendo un resoconto sul turismo in città. I due si lamentano come Agrigento e la sua provincia potrebbe vivere di turismo tutto l’anno e come questa terra abbia gli elementi per proporre un prodotto turistico da vendere a tutti i mercati internazionali. Purtroppo, per i due, la mancanza di sinergia tra gli Enti che si occupano di turismo e alcune scelte e decisioni non qualificanti impediscono lo sviluppo turistico. Lauretta ed Incorvaia, proseguono la nota, non accettano le varie manifestazioni che sprecano denaro pubblico a discapito dei giovani della nostra terra che non trovano risposte occupazionali e sostengono che il proliferare di enti e associazioni turistiche che sbandierano contratti con i tour operators non aiutano più di tanto avendo registrato un calo di presenze turistiche in città. I due, concludono la nota, che la mancanza di una seria programmazione non può aiutare uno sviluppo turistico e di conseguenza la disastrata economia agrigentina.