Notiziario di Mercoledì 26 Gennaio 2000
È durato poco il confronto tra Enichem e sindacati, a Roma, sul futuro della chimica in Italia, e in particolare nei siti industriali della Sicilia, a Gela e a Priolo. La sospensione ''sine die'' delle trattative è venuta subito dopo l' illustrazione, da parte della delegazione aziendale, del piano quadriennale di Enichem, ritenuto dalle organizzazioni sindacali insoddisfacente, perché dei 2.300 miliardi di investimenti programmati, ben 600, cioè più di un quarto, saranno utilizzati per la chiusura di settori produttivi.L' Enichem ha ribadito che la sua presenza nel gruppo Eni non dovrà superare l' attuale 12 per cento del fatturato globale. Per quanto riguarda Gela, pur non parlando mai di disimpegno, è stato dato già per chiuso l' impianto Ossido di Etilene, mentre la sorte dell' Acn sarebbe legata nel 2003, alle decisioni dell' azienda della Montedison, la Montefibre, che acquista e trasforma la materia prima prodotta a Gela, ma che intenderebbe chiudere questa sua linea di produzione delle fibre acriliche. Per i sindacati, restano in piedi le preoccupazioni per la possibile perdita di 400 posti di lavoro. Un' altra azienda del petrolchimico gelese, la Polimeri Europa, della quale l' Enichem è partner al 50 per cento, corre il rischio di ridimensionamento per eccesso di produzione.