Notiziario di Mercoledì 8 Dicembre 1999
Razionalizzazione scolastica. È questa la parola d'ordine sul cui significato la scuola, anche quella della provincia agrigentina, dovrebbe rilanciarsi ma esistono casi che fanno dubitare che la nuova organizzazione sia razionale.Uno di questi è stato segnalato da un docente, Ignazio Mascarella, il quale insegna nella scuola coordinata di Ribera dell'Ipia di Sciacca. L'istituto di Ribera, secondo quanto sostiene Mascarella, è in un trend di crescita costante per le iscrizioni nonostante la situazione strutturale sia a dir poco carente, mancano persino i vetri alle finestre, e nonostante il personale non docente, come quello di segreteria, sia insufficiente. A questa situazione buona per un verso, difficile sotto altri aspetti, la razionalizzazione dovrebbe rispondere accorpando quest'istituto non già con uno di Ribera e neppure rimanendo coordinato a Sciacca, ma legandolo ad un istituto di Bivona. Come dire di male in peggio se si considera la distanza tra i due comuni agrigentini e la totale diversità sotto l'aspetto territoriale. Ed è ovvio quanto sia importante, specialmente per un istituto professionale, il calarsi nella realtà territoriale dove si opera.È ovvio se si considera che la tanto declamata autonomia e il rapporto scuola-mondo del lavoro, ha un senso laddove questo rapporto: scuola territorio, sia forte.Insomma di razionale in questa scelta vi sarebbe ben poco, anche se lo stesso Mascarella individua la chiave di lettura di questa scelta nell'esigenza di salvare alcune poltrone.Un salvataggio che, in questo senso, sarebbe in palese contrasto con le esigenze degli utenti della scuola, cioè gli studenti e le loro famiglie.