Notiziario di Mercoledì 29 Settembre 1999
Quattro presunti mafiosi, Antonio Gallea, Salvatore Calafato, Salvatore Parla e Giuseppe Montanti, latitanti, sono stati condannati all' ergastolo dalla Corte d'assise di Caltanissetta per l' omicidio del giudice Rosario Livatino. In primo grado Parla e Montanti erano stati assolti. Calafato era stato condannato a 24 anni, per Gallea è stata confermata la pena. Questo processo era scaturito da un terzo troncone d' indagine sull'omicidio del magistrato avvenuto il 21 settembre '90. All' inchiesta hanno contribuito i pentiti Giovanni Calafato e Giuseppe Croce Benvenuto, anch' essi imputati nel processo e condannati col patteggiamento a 13 anni di reclusione. In primo grado Calafato e Croce Benvenuto grado erano stati condannati rispettivamente a 18 e 16 anni di carcere. Secondo i collaboratori Livatino venne ucciso dagli 'stiddari' ''per lanciare un segnale di potenza militare verso Cosa nostra'' e per punire un magistrato severo ed imparziale. Nei confronti dei sicari che uccisero il giudice Livatino sono stati celebrati altri due processi. Paolo Amico, Domenico Pace, Giovanni Avarello e Gaetano Puzzangaro sono stati condannati all' ergastolo - sentenza definitiva - perché ritenuti gli esecutori dell' omicidio. In questo processo i genitori del magistrato, Vincenzo Livatino e Rosalia Corbo, non si sono costituiti parte civile.La settimana scorsa, in occasione del nono anniversario dell' omicidio, la madre di Livatino, disse di ''non credere più nella giustizia umana'', di ''essere stanca e malata'' e di non ''avere più forza per seguire i processi''.