Notiziario di Martedì 1 Dicembre 1998
Con i dieci arresti effettuati all'alba di oggi dai Carabinieri di Agrigento e dalla compagnia di Licata unitamente a quelli di Desio, Seregno, Alba e Ravenna, gli inquirenti sono convinti di aver completamente decapitato la stidda, l'organizzazione mafiosa contrapposta a Cosa Nostra.Le ordinanze di custodia cautelare sono state emesse nei confronti di dieci presunti stiddari di Campobello di Licata raggiunti in varie parti d'Italia.In carcere sono finiti: Carmelo Aronica 59 anni imprenditore edile, arrestato nella stessa Campobello di Licata; Angelo Gammino, 48 anni, arrestato a Desio nel milanese; Gioacchino Gammino, 38 anni, già arrestato in Spagna nel marzo scorso per altri reati ed in attesa di estradizione; Giovanni Gammino, 42 anni, arrestato a Ravenna; Vincenzo Gammino, 46 anni, arrestato a Seregno, nel milanese; Gioacchino Giangreco, 59 anni, arrestato a Desio; Salvino la Rocca, 31 anni, arrestato a Desio e Gaspare Gioacchino Randazzo, 34 anni, arrestato ad Alba, in provincia di Cuneo.Altre due ordinanze di custodia cautelare sono state consegnate in carcere a Pietro Ingaglio, 40 anni e Calogero La Rocca 31 anni.Per loro l'accusa è di associazione di tipo mafioso. I carabinieri hanno inoltre effettuato numerose perquisizioni nel corso delle quali è stato sequestrato materiale attualmente al vaglio degli inquirenti.Il risultato delle indagini, sviluppate dal reparto operativo di Agrigento e dalla compagnia di Licata, è contenuto in un voluminoso documento che è stato consegnato alla procura della repubblica e alla D.D.A, presso il tribunale di Palermo. Si tratta di indagini che partono dalla sanguinosa guerra di mafia scatenatasi nell'agrigentino alla fine degli anni 80, quando a Cosa Nostra si contrappose una nuova organizzazione che fu poi denominata Stidda. L'organizzazione formata da giovani delinquenti puntava a sostituirsi a Cosa nostra nel controllo del territorio, ma nei fatti ebbe la peggio.Con l'operazione di oggi, denominata " Revival", nella quale sono stati impegnati 200 carabinieri e uomini e mezzi dei reparti speciali, gli inquirenti sono convinti di avere consumato l'ultimo atto dell'intera vicenda.